Greco Antonio

Silverio Antonico, nel suo libro di memorie Nel cimitero di Staro tutti i morti sono fratelli, fa rivivere l'atmosfera che nel gennaio del 1917 si respirava in paese, quando una seconda ondata di lavoratori volontari si apprestava a partire per il fronte. Particolarmente animato era il caffè di Maria Nicola Marinaro (1865-1935) situato in via Appula, il ritrovo di tutti i giovani e di tutti i ragazzi. In fondo alla sala “troneggiava un bancone che andava da una parete all'altra, dietro di cui una donna, la caffettiera zia Maria Nicola, era sempre vigile e attenta a sistemare e a servire i clienti. Alle sue spalle si elevava un grande stipo che conteneva tutti gli ammennicoli del caffè. Esso fungeva, inoltre, da sipario al retrobottega, donde, di tanto in tanto, veniva fuori la vera attrazione del locale: la bella giovane e formosa figlia di zia Maria Nicola”. Si trattava di Rosina Marinaro (1896-1953), che tre anni dopo andò in sposa ad Antonio Greco, detto Pecif'che (1898-1954), un commesso viaggiatore nativo di Montorio nei Frentani. A Bonefro hanno avuto due femmine e tre maschi, l'ultimo dei quali è nato nel 1935 in via Monte di Dio, con il nome di Antonio. Antonio Greco, allievo della Scuola di Bianca Galizia, è stato ballerino del Teatro San Carlo di Napoli, dal 1950 al 1959, e del Teatro alla Scala di Milano, dal 1959 al 1985. In questo prestigioso teatro ha interpretato vari ruoli, nelle opere Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev (il nonno), l'1 febbraio 1973; L'amore delle tre melarance di Sergej Prokofiev (Dafne), il 19 dicembre 1974; Histoire du Babar con musiche di Francis Poulenc, il 15 febbraio 1975; Carmen suite di Georges Bizet – Rodion Scedrin (uno dei dieci uomini), il 16 settembre 1975);Cinderella di Sergej Prokofiev (il padre), il 12 luglio 1976; Faust di Charles Gounod (Mefistofele), il 4 marzo 1977; Rivolta di Sisifo di Goffredo Petrassi (Plutone), l'11 maggio 1977; Al gran sole carico d'amore di Luigi Nono nella parte danzante), l'11 febbraio 1978, al Teatro Lirico; Coppelia di Léo Delibes (il prete), il 16 luglio 1978, al Palazzo dello Sport; Esoterik Satie di Erik Satie (Josephin), il 7 maggio 1978 (seconda replica), nel Teatro Lirico; Mosè di Gioacchino Rossini (uno degli interpreti della danza), il 16 marzo 1979; Lo schiaccianoci di Piotr Ciajkovskij (il dottore Stahlbaum), il 10 gennaio 1980 (terza replica); La fiera di Sorocinzy di Musorgskij (la morte), il 2 aprile 1981; La bisbetica domata di Kurz-Heinz Stolze da Domenico Scarlatti (il prete), l'1 ottobre 1981; Il lago dei cigni di Piotr Ciajkovskij (il mago), il 18 dicembre 1981; The eagle's nest – Nido d'aquila di Michael Kamen (il prete), il 2 ottobre 1982; Petruska di Igor Stravinskij (un ciarlatano), il 6 luglio 1982; La bella addormentata nel bosco di Piotr Ciajkovskij, il 27 marzo 1983; Cristallo di rocca di Sylvano Bussotti, il 16 giugno 1983; Giselle di Jean Coralli (duca di Courland), il 9 dicembre 1983; La strada di Nino Rota (il titolare di un circo), il 31 marzo 1984. Con il balletto della Scala ha interpretato il ruolo del vecchio gentiluomo in Il mandarino meraviglioso di Bela Bartok, il 17 luglio 1981, al Metropolitan di New York, dove si è incontrato con la celebre Margot Fonteyn, massima rappresentante del balletto classico inglese. Il 4 luglio 1978, nei ruoli di Denis Papin, l'inventore che per primo tentò di impiegare la forza vapore per azionare un battello, e dell'ingegnere italiano, che lavorò nel traforo del Frejus (erroneamente detto del Cenisio), ha partecipato al memorabile allestimento, con la regia di Filippo Crivelli, del balletto storico allegorico Excelsior di Romualdo Marenco, dove si celebra la vittoria della Civiltà (Carla Fracci) contro l'Oscurantismo (Bruno Telloli). La sua interpretazione più memorabile è stata quella di primo ballerino nel ruolo di don Chisciotte, nel Don Quixote di Leon Minkus, con la coreografia di Nureyev, prima alla Scala di Milano, il 24 settembre 1980, con Carla Fracci e Rudolf Nureyev, e poi all'Arena di Verona nell'estate del 1981, con Eva Evdokimova e lo stesso Nureyev. Andato in pensione, dal 1986 ha diretto la scuola di danza classica “Alidoro Rosetum” di Milano, per bambini e bambine a partire dai 5 anni in poi. Nel 1988, venuto a conoscenza che avevo scritto di sua madre in Vita tradizionale di Bonefro, a p. 273, mi ha telefonato per acquistarne due copie, uno per sé e uno per una delle sue sorelle. Nei nostri incontri mi ha parlato della sua carriera artistica, mi ha regalato del materiale documentario e mi ha invitato al saggio finale dei suoi giovani allievi, l'11 giugno 1989. Antonio Greco è prematuramente scomparso a Torino il 28 agosto 1991.

 

Scheda artistica

 

Antonio Greco ha compiuto i suoi studi di danza al San Carlo di Napoli sotto la guida e la direzione dell'allora insegnante Bianca Galizia, seguace del metodo Cecchetti, e di Ugo Dell'Ara: Maître du Ballet del teatro napoletano. Trasferitosi a Milano, Antonio Greco entra subito a far parte del Corpo di ballo del Teatro alla Scala, al tempo in cui era direttrice Esmées Bulnes, coadiuvata da Carole Zingarelli. Le sue doti tecniche e interpretative permettono ad Antonio Greco di assurgere ben presto a ruoli di danzatore solista e mimo. Particolari riconoscimenti gli sono stati accordati grazie all'interpretazione del “Don Chisciotte” di Minkus eseguito nel teatro milanese, ruolo che ha saputo storicizzare. Oltre alla sua carriera al Teatro alla Scala, Antonio Greco danza nei più importanti teatri italiani e stranieri. Le recenti tournée del teatro Scaligero lo hanno visto primeggiare per impegno e aderenza psicologica ai personaggi. Caratteristica di questo danzatore è saper ricreare i ruoli attraverso la storia musicale e con l'aiuto dei registi, ma anche con l'intuizione di un proprio talento artistico. I coreografi lo hanno spesso avuto avuto partecipe ed esecutore dei loro lavori. Ricorderemo il maestro e coreografo russo Leonild Jakobson. Ha spesso lavorato con Margherita Walmann.